Cannabis Olive Oil: la novità nell’uso dei tetraidrocannabinoidi

03/12/2014

Da tempo si parla ormai dell’uso delle infiorescenze femminili di Cannabis sativa nelle terapie contro il dolore. Ma non solo, esse hanno trovato applicazioni anche contro la spasticità da sclerosi multipla, nausea da chemioterapia, cachessia da Hiv/AIDS.

Sino a poco tempo per estrarre la parte attiva, il tetraidrocannabinolo, si utilizzava il calore mediante il decotto (attenzione, non fare la tisana) o il vaporizzatore Vulcano. La novità è rappresentata dall’olio di cannabis. Il tetraidrocannabinolo non è molto solubile in acqua (è un principio attivo lipofilo), per questo con l’estrazione in olio (sempre a caldo) si ottiene una concentrazione molto più alta (naturalmente l’olio non è quello che si usa comunemente in cucina).

L’assunzione è sublinguale e con una- due gocce si sente già l’effetto, questo perché il THC è reso subito biodisponibile. Poiché non esiste una procedura standardizzata, si è preso il metodo del Dr. Romano e Dr. Hazekamp come riferimento. Questo perché le diverse farmacie che allestiscono questo tipo di olio siano in grado di realizzarlo con la stessa concentrazione in THC.

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